Sul web il dono non è sulla fiducia

Le recenti polemiche sulle Ong che operano in soccorso ai migranti avranno certamente un peso sulle donazioni di quest’anno. Ma l’alterna fiducia verso le onlus è un tema che si pone da tempo. E ora trova conferma: solo il 3% dei donatori online dichiara di fidarsi dell’ente per cui ha donato e il 63% non donerebbe per progetti di cui non sia possibile verificare la destinazione dei fondi raccolti. È quanto emerge da Donare 3.0, ricerca realizzata a febbraio da Duepuntozero Doxa per PayPal Italia e Rete del Dono.

Trasparenza

La trasparenza è un tema rilevante per la maggior parte degli intervistati, tanto che solo il 3% dona sulla fiducia. Tutti gli altri vogliono conoscere la reale destinazione dei fondi e il loro impatto. Il tema della fiducia è fortemente correlato all’età: il 70% dei giovani (18-24 anni) dichiara di non donare per mancanza di informazioni sulla destinazione dei fondi . Il problema, però, è che il 47% delle associazioni dichiara di non organizzare campagne di raccolta fondi orientate a progetti specifici, rendendo difficile per il donatore decidere a quale progetto destinare la propria donazione e verificarne l’utilizzo. “È un gap che chiaramente va colmato – ha detto ieri l’economista Paolo Venturi, direttore The FundRaising School – La trasparenza del settore è ormai condizione necessaria ma non sufficiente, soprattutto per i giovani”. Come dire: la comunicazione attenta, il bilancio sociale, la pubblicazione degli stipendi dei dipendenti delle organizzazione non profit sono una base indispensabile. Ma se si vuole rafforzare la fiducia serve fare anche altro.

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Donazioni online

Un primo passo è lo studio dei donatori, come da tre anni fa Donare 3.0. Gli utenti del web si confermano inclini alla donazione, con l’ 83% del campione che ha fatto almeno una donazione. Il regalo solidale si conferma la modalità più diffusa (75%), la donazione online si attesta al 64% e il crowdfunding si stabilizza, con il 15% degli intervistati che dichiara di aver donato online nell’ambito di una campagna a favore di progetto di solidarietà.
Prima di tutto i risultati confermano la propensione a donare degli onliner, con 83% che ha fatto almeno una donazione – spiega Valeria Vitali, fondatrice di Rete del Dono – Il dato del crowdfunding al 15% dimostra che il mercato si sta consolidando. Rete del Dono registra una crescita costante, anno su anno, e la riduzione del numero di associazioni che lo approcciano senza aver definito metodo e strategia. Anche noi osserviamo che i donatori esigono trasparenza e prediligono le associazioni che danno trasparenza sia sull’ammontare dei fondi raccolti che sull’impiego degli stessi”.

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Quanto e come si dona

La tipologia di associazioni a cui sono state fatte donazioni negli ultimi 12 mesi è rimasta sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti. Crescono in modo costante “arte e cultura” al 19% (rispetto al 12% del 2015) e la “salute e ricerca” (65% rispetto al 60% del 2015).
La donazione media annuale è di circa 90 euro, anche se il 63% dei donatori non supera i 50 euro. La donazione online si conferma come la modalità preferita per donare (63%), seguita da Sms(51%), denaro in contanti (40%), bonifico bancario (25%), bollettino postale (12%) e carta di credito via telefono (9%).
Non si arresta la crescita delle donazioni da mobile (smartphone e tablet): il 31% degli onliner ha dichiarato di utilizzare dispositivi mobili per donare e addirittura 13% di questi dichiara di aver usato solo dispositivi mobile.
Gli acquirenti online hanno una propensione altissima alla donazione e i loro comportamenti in ambito charity sono in linea con le tendenze dell’eCommerce in generale – ha detto Federico Zambelli Hosmer, general manager di PayPal – Specie per le donazioni d’impulso, l’immediatezza e la linearità del metodo di pagamento sono caratteristiche imprescindibili che trasformano la semplice propensione in donazione effettiva”.

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Il profilo del donatore

Dalla profilazione del campione, rappresentativa dei 20 milioni di internauti italiani (tra 18 e 64 anni) emerge come i donatori più generosi online ricadano in una categoria di persone globalmente fiduciose nel futuro (i pragmatici per il 32%) e ritengano che un numero maggiore di persone donerebbe se ci fosse più trasparenza sull’utilizzo dei fondi e sull’esito dei progetti. Seguono i sognatori (27%), i pessimisti (25%), gli ottimisti (16%). Ciascuna categoria con una specifica connotazione sociologica. “Sarebbe interessante studiare queste categorie – ha concluso Venturi – e comprendere come influenzare l’utente e la sua opinione attraverso i principali touchpoint di riferimento, che siano la conoscenza diretta, la tv, i banchetti, internet ecc”.

Articolo di Alessia Maccaferri pubblicato su Il Sole 24 Ore


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