Liquidi, solidi o semplicemente Fundraiser? Riflessioni sulla figura del Fundraiser

Vorrei oggi accendere i riflettori sulla figura del fundraiser, che tanto ci impegniamo a formare nei corsi di The FundRaising School.

Come raccontiamo ai partecipanti del corso base in Principi e Tecniche di Fundraising, la tecnica non è tutto nello svolgimento del nostro lavoro ma resta comunque imprescindibile per la maggior parte delle attività di raccolta fondi, sia che le implementiamo da dipendenti, sia che lo facciamo da consulenti.

Detto ciò, consapevoli che alle tecniche debbano associarsi una serie di soft skill fondamentali, quali ad esempio flessibilità, capacità di collaborare e di lavorare in squadra, sensibilità nella cura delle relazioni, tensione all’obiettivo, correttezza ed etica professionale,

dobbiamo porci la domanda se e quanto la figura del fundraiser sta mutando in funzione degli stimoli che giungono dal contesto in cui operiamo.

Di recente, durante l’Assif Day, evento nazionale dell’Associazione Italiana Fundraiser, è emerso il bisogno di riconoscersi nella professione, ma soprattutto la necessità di distinguersi da chi, in modo pur meritorio, si improvvisa fundraiser o riveste il ruolo di fundraiser estemporaneo.

La profonda riflessione che scaturisce dal dibattito sul tema evidenzia l’aspetto strumentale delle nuove tecnologie, che sempre più conducono alla disintermediazione nel processo donativo e sempre più accorciano le distanze tra la causa e il donatore.

Basti pensare a Facebook che con le raccolte fondi legate ai compleanni trasforma chiunque in “fundraiser per un giorno” (con risultati non sempre soddisfacenti) oppure alle piattaforme di crowdfunding in cui il personal fundraiser gioca un ruolo determinante sia come testimonial della buona causa che come collettore di fiducia nel network di riferimento.

Tutti fenomeni reali, concreti, che gestiti bene dalle organizzazioni producono senza dubbio interessanti risultati economici.

È evidente a tutti che la voglia di protagonismo, che contraddistingue la nostra attuale società, ed una buona dose di spontanea e sincera generosità generano un impatto significativo che i fundraiser odierni non possono ignorare.

È qui, però, che si gioca la sfida più grande per il professionista del fundraising:

nella “liquidità” dei mezzi e dello scenario, la capacità di preservare valori e comportamento etico, la volontà di trasferire al donatore trasparenza e affidabilità, la competenza applicata alla gestione e al controllo di ciò che apparentemente sembra ingestibile e incontrollabile, fanno del fundraiser ancora una figura completa irrinunciabile.

A noi tutti la domanda: ci sentiamo liquidi, solidi o semplicemente fundraiser?


Cristina Delicato è Responsabile Ufficio Fundraising dell’Università Campus Bio-Medico di Roma  e docente del CORSO BASE Principi e Tecniche di Fundraising che si terrà a Bertinoro (FC) dal 18 al 20 marzo 2020.

Vuoi saperne di più?

Ti aspettiamo al CORSO BASE “Principi e Tecniche di Fundraising”!

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