Le sfide del Terzo settore: la raccolta fondi

La raccolta fondi è il principale strumento a disposizione delle organizzazioni del Terzo settore per finanziare la propria azione.

La pandemia ha spostato, dal 2020, molte risorse dal Terzo settore al pubblico, per sostenere la sanità. Però ha anche favorito processi di prossimità, con la voglia di aiutare chi vive nelle nostre comunità e questo ha coinvolto anche le strategie di sostegno di aziende e fondazioni.

Per ogni «mercato del fundraising» (privati, aziende, filantropia, istituzioni pubbliche) esistono strumenti differenti, ma ce ne sono anche in base all’entità del donatore (piccolo, medio, grande).

Le modalità dirette di raccolta fondi molto utilizzate prima della pandemia (face to face o invio postale) hanno lasciato spazio a nuovi strumenti come il digital fundraising, il crowdfunding (la raccolta che mette insieme tanti piccoli contributi su piattaforme) e il direct email marketing.

Oggi si dona online andando su un sito, visitando una landing page, ricevendo informazioni su newsletter, sul web o sui social.

La fiducia nel digitale ha portato l’impatto complessivo della raccolta fondi online a superare il 20% del totale.

Gli eventi fisici diventano web, quelli sportivi maratone virtuali: il digitale ha aumentato la fiducia e le possibilità di raccogliere fondi, creando e coltivando relazioni di valore imprescindibili per strategie sostenibili.

Non esiste solo il digitale, ma se usato bene può essere un grande alleato per continuare a coltivare i propri progetti. Anche quando la pandemia avrà allentato i suoi effetti, le esperienze di digital fundraising potranno rappresentare un forte strumento di integrazione ai canali tradizionali. Sono cresciute anche aste e lotterie, mentre investire negli sms solidali non sembra portare molti frutti se non in caso di emergenze o con campagne promosse da brand molto conosciuti.

Infine ricordiamoci sempre che la donazione non è mai un fatto unilaterale è preceduta da un dono (che è relazione), generando così benefici in «chi la opera» e non solo in «chi la riceve».

È un’esperienza di senso che necessita di un investimento intenzionale tanto in competenza e trasparenza, quanto in motivazione e intraprendenza.

 

Articolo tratto da Corriere Buone Notizie.

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