5 per mille: servono più equilibrio e trasparenza

Il 5 per mille che verrà si sta delineando proprio in queste settimane grazie al lavoro di stesura dei decreti di attuazione della riforma del Terzo settore. Questi testi completeranno e renderanno operativa la legge, e quello sul 5 per mille delineerà il futuro di questa misura anche in base alle linee guida pubblicate qualche anno fa dall’Agenzia per le Onlus che presiedevo. In quel documento si evidenziava la necessità di migliorare le regole di accesso, semplificando le procedure; di realizzare una maggiore equità nella distribuzione dei fondi raccolti; di migliorare la disclosure e le procedure di rendicontazione.

Nel tempo, alla prima indicazione è stato dato seguito, visto che ora non è più necessario, per i soggetti aventi diritto, ripetere la procedura di iscrizione anno per anno; rimangono invece da attuare le altre due proposte.

Forse i cittadini non sanno che nel nostro paese il 4,5% delle organizzazioni non profit riceve l’82% dei fondi privati destinati al Terzo settore mentre, per converso, al 68% delle organizzazioni va il 2,6% delle entrate.

Questa situazione, fotografata dall’Istat nel 2011, ma certamente non mutata da allora, è tipicamente italiana e si riflette anche nella destinazione dei contributi de 5 per mille, che in effetti premiano in grande misura poche associazioni lasciando la stragrande maggioranza con le briciole o addirittura a zero euro. Il decreto cerca dunque di muovere un passo verso un maggiore equilibrio, creando un fondo di perequazione dal quale attingere per ridistribuire proporzionalmente i contributi alle realtà meno premiate.

Il 5 per mille del futuro sarà anche più trasparente: sarà infatti prevista una rendicontazione che chieda conto non soltanto delle somme ricevute e documentate, ma anche dell’utilizzo che ne è stato fatto. La semplice dichiarazione quantitativa soddisfa un criterio di trasparenza legale, ma non spiega se i fondi ricevuti sono stati impiegati per raggiungere le finalità che l’ente si propone. È invece esattamente questo il passo avanti che si richiede al nuovo 5 per mille.

Fonte: www.vita.it


 

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