Seconda edizione della ricerca “Il 5 per 1000 e lo sviluppo del nonprofit”realizzata da Banca Etica: un’analisi che – incrociando dati dell’Agenzia delle Entrate con dati interni della banca – disegna l’evoluzione di questo strumento di democrazia economica e tratteggia ipotesi per il suo sviluppo futuro, con un focus particolare sugli strumenti finanziari che possono amplificarne i ritorni sociali.
Il 5 per mille è uno strumento di grande valore perché è tra i pochi che consente ai cittadini di esprimere chiaramente una preferenza per i settori di welfare da sostenere tramite la contribuzione fiscale: una forma di partecipazione alle scelte di spesa che avvicina le persone alle organizzazioni nonprofit e rafforza il senso di appartenenza e di comunità.
I risultati principali
La Riforma del Terzo Settore
La ricerca approfondisce l’impatto che la Riforma del Terzo Settore – sia pure ancora in attesa di alcuni dei decreti attuativi – avrà sull’istituto del 5 per 1000. In particolare la riforma dispone la revisione e razionalizzazione dei criteri necessari agli enti per candidarsi a ricevere il 5 per 1000; la semplificazione e accelerazione delle procedure per il calcolo e l’erogazione dei contributi spettanti ai vari enti, che dovrebbe avvenire dopo non più di un anno. Saranno definiti una soglia minima al di sotto della quale l’ente non potrà ricevere il contributo e nuovi criteri per il riparto delle scelte non espresse dai contribuenti, tali da non favorire necessariamente le organizzazioni più grandi e note.
Il 5 per mille e le banche
Insieme al 5 per 1000 è cresciuta da parte delle banche – che prima non consideravano il settore nonprofit come un cliente interessante – l’offerta di credito finalizzato ad anticipare le risorse agli enti beneficiari (che devono aspettare, in media, dai 12 ai 24 mesi per l’accredito delle somme). Banca Etica risulta tra i primissimi istituti di credito italiani scelti dalle organizzazioni nonprofit in virtù della sua specificità di banca nata proprio per servire il Terzo Settore e l’economia civile e solidale.
FONTE: Banca Etica
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2018