Il senso autentico del fundraising culturale

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Articolo di Giorgia Perra, Marianna Martinoni e Martina Bacigalupi

Negli ultimi dieci anni sempre più istituzioni culturali italiane hanno sentito l’esigenza di approfondire la conoscenza di tecniche e modalità di coinvolgimento di nuove categorie di sostenitori da affiancare alle tradizionali fonti di finanziamento pubblico, di anno in anno sempre meno disponibili.

Uno stimolo importante è stato fornito, in particolare, dall’esempio di quanto avveniva in contesti internazionali – soprattutto nel mondo anglosassone – dove teatri, musei e organizzazioni culturali di ogni genere hanno dato prova in tempi recenti di essere in grado di raggiungere standard di eccellenza qualitativa ed efficienza gestionale, anche grazie al coinvolgimento e al supporto concreto di donatori privati (cittadini, fondazioni e imprese).

Questi risultati sono certamente frutto di una cultura del fundraising maggiormente diffusa e dell’esistenza di incentivi fiscali fortemente premianti che favoriscono il coinvolgimento di privati cittadini e imprese, resi però possibili da strategie continuative e strutturate, oltre che da un lavoro metodico e costante di ricerca di sostegno alternativo al finanziamento pubblico, affidato ad una funzione stabile di fundraising all’interno dell’organizzazione.

É possibile, ad oggi, citare esempi di organizzazioni culturali di varia natura, tipologia e settore di attività che, sul territorio nazionale, hanno saputo integrare il sostegno pubblico con significative entrate provenienti dall’attuazione di strategie di raccolta fondi verso soggetti privati, in particolar modo imprese, cittadini, enti e fondazioni di erogazione.

Parallelamente si registra una crescita considerevole di organizzazioni culturali operanti in ambiti culturali diversi che iniziano ad inserire fundraiser professionisti all’interno degli organigrammi – qualora non veri e propri uffici di fundraising strutturati – con l’obiettivo di rendere stabile e ampliare l’attività della funzione fundraising, rendere costante e strutturata la strategia di coinvolgimento di tipologie diverse di sostenitori, e attivare tutti gli strumenti possibili per permettere all’organizzazione culturale di affrontare sistematicamente i cambiamenti innescati dalla crisi economica.

Negli ultimi anni inoltre, la creazione e la stabilizzazione dell’Art Bonus – che si configura oggi come un credito di imposta tra i più favorevoli in tutta Europa – ha reso, forse, le organizzazioni culturali più legittimante nel chiedere donazioni, tanto da raggiungere a inizio 2018 la cifra di oltre 200 milioni di euro donati da oltre 6.000 soggetti. Un risultato inimmaginabile solo fino a qualche anno fa.

Per quanto per ora limitato ai beni di proprietà pubblica, questa misura fiscale ha avuto il grande merito di “sdoganare” anche in Italia l’idea che cittadini e imprese potessero partecipare allo sviluppo delle organizzazioni culturali attraverso una donazione, un’erogazione liberale di grande, media o anche piccola entità, fornendo una prova inconfutabile che i donatori per la cultura sono una realtà e aprendo di fatto la strada alla partecipazione di privati cittadini che desiderano essere protagonisti della conservazione, della valorizzazione e della promozione del proprio patrimonio e dei beni di proprietà pubblica.

Diffondere la cultura del dono per la cultura e formare figure che possano occuparsi del fundraising diventa pertanto una priorità per non sprecare la disponibilità e sensibilità dimostrate dai cittadini e dalle imprese italiane.

In quest’ottica è fondamentale fare sì che il ri-orientamento delle organizzazioni al fundraising non venga più percepito come scelta emergenziale e inteso al pari di qualsiasi altra spesa per dotarsi di strumenti e professionalità specialistiche, ma che si possa vedere il fundraising non solo è come “competenza”, quanto piuttosto come meccanismo generativo di cambiamento (dal basso). La raccolta fondi è sicuramente un’attività che richiede un corpus di tecniche, conoscenze specialistiche, esperienza professionale; allo stesso tempo, però, è soprattutto il punto di arrivo di una catena di relazioni e interazioni sociali basata non tanto sul “meccanismo della dazione” quanto sulla creazione di forme di scambio sociale estremamente complesse e spesso creative.

Per un’organizzazione culturale scegliere la strada della raccolta fondi significa da un lato impegnarsi alla massima trasparenza e apertura nelle proprie modalità di gestione e uso delle risorse ricevute, e dall’altra accettare di mettersi in discussione, aprirsi al dialogo con chi dona, con le sue aspettative, con le sue motivazioni.

Per questo ci sembra importante sottolineare che quello che un corso di fundraising può insegnare oggi è soprattutto come mettere il proprio sapere tecnico al servizio di una causa imparando a riflettere con rigore e intelligenza sul senso degli obiettivi, dei mezzi, dei risultati, confrontandosi con chi ha già avuto modo di accumulare esperienza in questo campo. Un percorso formativo in fundraising è quindi un mix di pragmatismo e teoria, e soprattutto deve essere un percorso interdisciplinare che apra finestre di consapevolezza su diverse dimensioni: dai diversi mercati (individui, aziende, fondazioni di erogazione, pubblico) agli strumenti, con anche un respiro internazionale.

A nostro avviso il senso autentico del fundraising culturale sta nel fatto che prima ancora di creare condizioni di sostenibilità per un’attività culturale, esso crea in primo luogo condizioni di accesso a contesti di esperienza potenzialmente ricchi e stimolanti per chi dona (P.L. Sacco).

Il corso Cultura e Fundraising di The FundRaising School rispecchia questi principi: accanto ad una riflessione sulla progressiva diminuzione delle tradizionali fonti di finanziamento pubblico registrata negli ultimi 15 anni e ad un monitoraggio dell’andamento delle risorse economiche a disposizione oggi del settore culturale, si propone un approccio teorico-laboratoriale per poter fare fundraising nel settore della cultura e dello spettacolo dal vivo con approfondimenti puntuali su tecniche e modalità di coinvolgimento di diverse categorie di possibili sostenitori.

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Ti aspettiamo al corso Cultura e Fundraising!

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