Io Sono Cultura 2015

Il rapporto “Io sono Cultura” è realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere per raccontare quell’Italia che punta sulla cultura e la creatività per rafforzare la manifattura, come già fanno Germania, Gran Bretagna, Giappone e Corea. In “Io sono Cultura” – che potrebbe essere definito come una sorta di annuario, per numeri e storie – si presenta quell’Italia che dimostra, bilanci alla mano, che con la cultura non solo si mangia, ma si costruisce anche il futuro.

La ricerca analizza tante realtà differenti, dai musei alle gallerie passando per festival, letteratura, beni culturali e performing arts, senza dimenticare le industrie creative e il made in Italy, ovvero tutte quelle attività produttive che non rappresentano in sé un bene culturale ma che dalla cultura traggono linfa creativa e competitività.

“Io sono cultura”, ricerca unica in Italia e patrocinata dalla regione Marche, ha delineato il settore culturale suddividendolo in quattro sotto-settori:

  • Industrie culturali;
  • Patrimonio storico-artistico;
  • Industrie creative;
  • Performing arts e arti visive.

I dati presentati mostrano un valore aggiunto all’economia pari a 78,6 miliardi di euro nel 2014 (il 5,4% del totale, apporto superiore di quello del settore costruzioni), 443.208 imprese coinvoltenel settore culturale (il 7,3% del totale) e soprattutto 1.424.000 occupati nel settore, corrispondenti al 5,9% dell’occupazione.  Si evidenzia inoltre la variazione dell’1,4% nell’occupazione nel settore culturale tra il 2011 al 2014.

Altri dati positivi arrivano anche dal settore export dove 1€ ogni 10€ esportati dall’Italia è prodotto dalla cultura; l’export nel settore culturale è inoltre aumentato del 3,7% nel 2014 rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda il settore occupazionale, l’apporto del settore culturale è notevole: 7% in più di assunzioni da parte delle PMI nel 2014 e una crescita del 20% delle assunzioni a carattere non stagionale. La maggior parte delle opportunità di occupazione provengono dalle imprese, ma anche le istituzioni pubbliche e quelle non profit acquisiscono un ruolo importante (rispettivamente 3,6% e 3,1%).

Altro focus della ricerca è stato dimostrare come la cultura generi ricchezza anche indirettamente nel resto dell’economia. Infatti, ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività del segmento culturale, ne genera altri 1,7€ nel resto dell’economia.

La ricerca fa dunque emergere come l’Italia sia popolata da iniziative culturali ottime e lodevoli ma perlopiù individuali: manca – paradossalmente, nella Patria della manifattura e delle arti – unavisione e un’azione di sistema, in grado di tenere insieme il territorio, le comunità, le imprese, il non-profit, le istituzioni locali e il governo. L’Italia è quindi chiamata a gestire un capitale umano e sociale che storicamente ha posseduto ma che non ci sarà garantito per sempre. Su questa inestimabile risorsa bisognerebbe puntare per affrontare le sfide del futuro. Perché, come sottolinea la ricerca, “l’Italia deve fare l’Italia”.

Anno di pubblicazione: 2014

Fonte: UNIONCAMERE – SYMBOLA

 

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