Donare è partecipazione: 4 criteri per scegliere bene

Articolo di Paolo Venturi, Direttore AICCON e Martina Bacigalupi, Docente The FundRaising School contenuto nell’inserto di Vita per Il Sole 24 Ore

Il 2017 è un altro anno record per il 5 per mille: sono oltre 495 i milioni di euro che lo Stato erogherà alle organizzazioni del terzo settore, seguendo le indicazioni dei cittadini. La portata di questo strumento è unica poiché mette al centro la libera scelta dei cittadini nell’allocazione di risorse pubbliche, trasformandole in donazioni di scopo.  Diventa interessante, a questo punto, capire quali parametri dovrebbero prendere in considerazione i cittadini per valutare (ossia dare valore) alle proprie decisioni.

Un’adesione convinta

Quando gli individui decidono di assegnare il 5 per mille a un’organizzazione del Terzo settore hanno delle aspettative rispetto all’impiego dei fondi. La firma apposta sul modulo della dichiarazione dei redditi non rappresenta una pratica burocratica, né un gesto “gratis” come tante campagne di comunicazione ci vogliono far credere. Essa rappresenta un gesto di impegno civico attraverso il quale ci facciamo portatori di una nostra visione del mondo, che vogliamo ritrovare all’interno delle organizzazioni alle quali si è data fiducia. La scelta connota un posizionamento di senso –civico– e di identità –solidale.

È una forma di partecipazione che conferma il legame a certi valori.

La scala di azione

Non sono solo i valori veicolati a definire la donazione, ma anche la scala di azione dell’organizzazione. Un fattore decisivo, infatti, può essere la dimensione dell’ente ricevente e, conseguentemente della capacità di agire a diversi livelli.

Chi sceglie le organizzazioni che operano a livello nazionale o sovranazionale ne condivide i valori e offre un endorsment all’agire “politico” dell’ente affinché possa influenzare l’intero sistema.

Chi sceglie le organizzazioni di minori dimensioni, territoriali o con scopi molto specifici, invece, dà maggior peso all’azione diretta, ossia alla realizzazione di progetti che vuole vedere portati a compimento nel breve termine: è una donazione guidata dalla voglia di vedere concretizzarsi gli effetti del proprio sostegno all’interno del proprio contesto. Sono due filosofie che perseguono in modo diverso un cambiamento e che spesso orientano fin dal principio il contribuente.

Fiducia e capacità di impatto

Leggendo la classifica delle prime 10 organizzazioni che raccolgono il maggior numero di firme con il 5 per mille, è evidente che la reputazione insieme alla forza della specifica buona causa espressa siano elementi fondamentali per il contribuente. Ma non basta.

Le modalità attraverso cui l’organizzazione dimostra di perseguire la propria missione possono fare la differenza nel cittadino maturo che si informa e si approccia consapevolmente a questa misura fiscale. Il 5 per mille, infatti, è anche una sorta di validazione al lavoro svolto e ai valori espressi da un’organizzazione sociale. Per questo motivo, essa deve impegnarsi nel dimostrare che abbiamo fatto la scelta giusta, facendoci percorrere tutto il viaggio delle risorse ottenute, dalla raccolta al loro utilizzo, dai risultati raggiunti all’impatto ottenuto.

Bilanci trasparenti e rendicontazione puntuali delle donazioni sono necessari ma non sono più sufficienti a soddisfare le aspettative del donatore che è alla ricerca delle evidenze del cambiamento generato ossia degli elementi trasformativi che l’organizzazione ha innescato attraverso i propri progetti.

Donare è partecipazione

La scelta di destinare il proprio 5 per mille è una modalità evoluta di costruire un nuovo welfare.

E di “esser parte” attraverso un’azione di coproduzione di un progetto capace di generare un cambiamento positivo e duraturo. Un’occasione unica non solo per far una scelta di “valore” ma anche per attivare una “relazione autentica” con l’organizzazione a cui si decide di donare. Per questo motivo non può essere trascurata la qualità della relazione che la donazione è potenzialmente in grado di generare. La capacità di comunicare, il calore del suo coinvolgimento, un il legame con la propria comunità sono, infatti, imprescindibili per qualificare la scelta fatta e la reputazione dell’organizzazione che si intende sostenere.

È dentro questa prospettiva che la firma per devolvere il proprio 5 per mille può diventare una grande occasione di civismo e solidarietà: la sola capace di offrire a tutti i cittadini occasioni reali di coinvolgimento e partecipazione affinchè ciò a cui loro tengono, possa crescere e diffondersi sempre di più.

Fonte: Vita/Il Sole 24 Ore


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