FUNDRAISING RELOADED

Il mondo del fundraising è attraversato oggi da profonde trasformazioni. Il tema della raccolta fondi è spesso rappresentato come panacea da un crescente numero di  Organizzazioni Non Profit e di Enti Pubblici come possibile risposta ai mali causati dal deficit strutturale di risorse pubbliche e private (es. Fondazioni Bancarie).  La diffusa incertezza ha mutato tanto le aspettative, quanto le abitudini dei donatori che diventano spesso nuovi consumatori (questo effetto lo si legge nel crescente  numero di organizzazioni che stanno incorporando fette consistenti di attività produttive:il 33% delle ONP è market oriented). Nonostante ciò, strutturare nella propria organizzazione un’area di fundraising o avviare strategie di coinvolgimento di potenziali donatori sono scelte che nascono sempre dentro un contesto  emergenziale.  La sostenibilità dell’organizzazione è certamente nella linea degli obiettivi di chi fa raccolta fondi, ma oggi occorre fare un passo in più.

Il fundraising deve superare le logiche emergenziali fino ad affermarsi come  meccanismo generativo di cambiamenti (dal basso), come strumento moderno per produrre valore aggiunto sociale.  Se il fine dell’azione di fundraising è quello di essere strumento per co-produrre valore sociale allora la managerialità non basta, è necessaria una cultura sempre più imprenditoriale cioè una tensione a prendersi dei rischi e ad innovare.

Oggi è richiesta una innovazione radicale a coloro che professionalmente si dedicano alla raccolta fondi, in quanto sono chiamati a condividere con l’organizzazione non solo gli obiettivi in termini di raccolta (performance) ma d’impatto sociale (trasformazione) generato.

Occorre passare dalla logica della performance a quella dell’impatto sociale inteso come capacità di generare cambiamenti e trasformazioni sociali positive.  Sono almeno 3 i vettori di questo cambiamento

Il cambiamento dell’oggetto

Il fundraising contribuisce a co-produrre  beni e servizi rivolti non solo a soggetti svantaggiati o in situazione di emergenza, ma rappresenta un “asset” per molti beni meritori e beni comuni che sono alla base del nostro ben-essere (es. la ricerca scientifica, servizi alla persona, patrimonio artistico,  ecc.).

Il cambiamento del soggetto

Donare è un atto di fiducia che se reciprocata genera un soggetto nuovo. La cultura del dono in questo senso ha una valenza educativa: chi partecipa (donando) si lega a qualcosa che lo gratifica e a cui si appassiona e lo cambia.

Il cambiamento del modello

Donare significa alimentare un nuovo paradigma di sviluppo. Un paradigma che si alimenta dal basso, capace di generare iniziative che diversamente non potrebbero esistere (basti pensare alla crescente rilevanza del crowdfunding e alle potenzialità del personal fundraising).

In altre parole serve una visione più ampia del fundraising  capace di superare le secche “dell’isomorfismo tecnicista”  e di proporsi come strumento per l’innovazione sociale e come metodo per aumentare le occasioni di partecipazione e di condivisione oggi sempre più scarse e quindi più preziose.

 

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